Credo sia il lavoro dei sogni per chiunque ami le corse, anche se probabilmente la mia famiglia non sarà d’accordo con questa mia affermazione.
Si viaggia moltissimo ed alcuni circuiti ti accolgono meglio di altri.
Le strutture della pista di Silverstone, per esempio, non sono seconde a niente mentre in Qatar si riesce a lavorare molto bene anche perché non ci sono motorhome; i piloti si possono nascondere da noi.

Sono sempre entusiasta di andare al Mugello o a Philip Island, atmosfera fantastica e bellissimi posti da visitare. Alcuni piloti poi hanno un’energia unica. Quando Rossi ha vinto ad Assen recentemente è stato incredibile o quando Rea ha fatto una doppietta a Imola, il pubblico è letteralmente impazzito.
Penso che la parte più bella del mio lavoro siano le interviste ai piloti nel parco chiuso, riesci a sentire le loro vere emozioni, non le solite chiacchiere da ufficio stampa. Jonathan Rea ha un profilo molto interessante, è sincero e ha sempre un atteggiamento positivo oltre ad essere super disponibile con i media.
Faccio sempre un giro di pista prima di ogni gara WSBK con uno dei piloti di punta a bordo di una Alfa Romeo 4C.
Anche io sono stato un pilota. Guidavo una Ninja ZX-6R e credo che l’aver corso ti permetta di entrare meglio nei pensieri dei piloti e capire la loro mentalità.
Anche il mio ricordo più bello è legato a Kawasaki: ho avuto la possibilità di guidare la moto di Chris Walker Ninja ZX-7RR (98) British Superbike in due circuiti inglesi, Rockingham e Mallory. E’ stato incredibile e la moto era velocissima.