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23 Dicembre 2020 1995-2020 Venticinque anni di Ninja ZX-6R

Il mercato delle medie supersportive può essere facilmente diviso in due momenti storici: “Prima della Ninja ZX-6R e dopo la sua introduzione”.
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Tale fu l'impatto della prima Ninja ZX-6R nel 1995, che contribuì alla genesi di una nuova classe di motociclette, la Supersport 600. Sfidando gli di altri produttori,quello di Kawasaki fu il primo modello con il telaio a travi di alluminio della sua classe. Tutti gli altri produttori giapponesi accelerarono così lo sviluppo delle loro Supersport, ma Ninja è per molti la supersportiva media definitiva.

A 25 anni da quando ZX-6R ha stupito per la prima volta il mondo motociclistico con le sue incredibili prestazioni e il rapporto peso / potenza, ripercorriamo questo quarto di secolo d’innovazione, successo nelle corse ed eccellenza ingegneristica.

Ma com'era la vita prima della 6R?
Il primo vero modello sportivo in questo segmento per Kawasaki era in realtà un membro della famiglia GPz, la GPz550 del 1981.
Offrendo prestazioni piuttosto sbalorditive, la pubblicità Kawasaki dell'epoca raccontava di una "rivoluzione rossa". Definizione dovuta alla colorazione rosso brillante dei primi modelli di GPz550 con doppio ammortizzatore posteriore e motore quattro cilindri raffreddato ad aria.
Poi nel 1985 - ben dieci anni prima della prima Ninja ZX-6R - apparve la GPz600R. Raffreddata a liquido con una testata a 16 valvole e telaio perimetrale, ruote anteriori e posteriori da 16 pollici. La splendida GPz aveva sicuramnte lasciato il segno e aveva dato un’idea su quale fosse l’avvenire di Kawasaki.

L'esperienza acquisita in quegli anni ha permesso agli ingegneri Kawasaki di sognare il passo successivo, una vera media Supersport con aspetto racing, maneggevolezza e prestazioni da riferimento in pista. Nel 1995  la Ninja ZX-6R venne lanciata sulla scena mondiale.

Riscrivere le regole: in stile Ninja
Prima dell'avvento della Ninja ZX-6R, Kawasaki aveva già creato moto a brand Ninja, ma si trattava di modelli di grossa cilindrata come la ZX-9R e la popolarissima ZXR750. Entrambe di successo, ma ZX-6R offriva qualcosa di diverso.

Perfetta per i motociclisti che puntavano al miglior crono in pista e perfetta anche per gli amatori o per chi voleva “scendere” dalle grosse cilindrate. ZX-6R raggiunge il cuore degli appassionati essendo abbastanza “grande” da far sentire la maggior parte dei motociclisti a proprio agio, ma non eccessiva da farla sembrare intimidatoria o ingestibile. Una vera “moto del popolo”.

In termini di prestazioni, i numeri erano sorprendenti. I valori di velocità e accelerazione raggiunti sino a quel momento erano solo appannaggio delle moto di cubatura maggiore. In più il suo fiore all’occhielo era una notevole maneggevolezza e precisione di guida ottenuta con il minimo sforzo da parte del pilota.
Con la sua innovativa  Kawasaki Ram-Air, un peso di 182 kg e un'accelerazione da 0 a 97 km / h in 3,6 secondi, il primo modello F di ZX-6R è durato tre anni prima di essere sostituito dal modello G del 1998 che vedeva un aumento di potenza da 100 CV a 108 CV  e un design della carenatura aggiornato. Per poi passare, nel 2002, ad una potenza di 112 CV,al doppio faro e alla gomma posteriore da 180.

Sempre nel 2002 arriva un importante step riguardante la cilindrata. La ZX-6R arriva a 636 cc.
Questo dimensionamento del motore è l’ "ideale" in termini di potenza e coppia secondo gli ingegneri Kawasaki. L'aspetto non cambia eccetto per le grafiche e, ancora una volta, ZX-6R viene elogiata dai media e dai suoi possessori  per le sue prestazioni eccezionali. I campionati Supersport  avevano come limite di cilindrata i 599 cc, per questo motivo Kawasaki offriva il modello anche in quella versione ai piloti impegnati nelle competizioni.

Gli appassionati furono premiati l'anno successivo, il 2003, quando ZX-6R passò all'iniezione con l'avvento del modello B1-H. Radical e Radial erano le parole d'ordine. Con il nuovo stile Radical e i freni a sei pistoni con montaggio Radial(e) di serie, assieme all'adozione di una forcella anteriore a steli rovesciati. Mentre il propulsore aumentava il limite di numero di giri massimo raggiunto rispetto a qualsiasi modello precedente. La moto era anche dotata di strumentazione digitale mentre l'ingresso Ram-Air veniva ampliato e la potenza leggermente incrementata.

Il 2005 ha segnato il debutto del modello C1 con ancora più potenza, arrivando a 130 CV. Grandi novità nel design, nel telaio e, per la prima volta, un sistema di scarico posto sotto sella. Con un aspetto generoso e arrotondato unito alla capacità di 636 cc, la moto del 2005 è stata valutata da molti come una grande combinazione di: prestazioni sorprendenti e maneggevolezza da riferimento. ZX-6R aveva raggiunto la maggiore età ed era ora in grado di essere "la moto adatta a tutti i motociclisti".

Non c'erano dubbi su dove risiedesse il DNA della ZX-6R e nel 2007 con un motore 599 cc,viene lanciata nel complesso Barber Motorsports in Alabama con il supporto di numerosi piloti Kawasaki tra cui: l'attuale capo squadra di Jonathan Rea, Pere Riba, l'ex pilota GP 125cc Noboru “Nobby” Ueda, Shunji Yatsushiro che aveva corso nella GP 500cc, Roger Hayden, e la leggenda  Akira Yanagawa. Con un focus totalmente race oriented: telaio, forcellone, sospensioni, freni e carene il tutto totalmente riprogettato. Il motore completamente nuovo presentava una disposizione degli ingranaggi impilata in cui l'albero motore, la trasmissione primaria e il contralbero erano disposti in forma triangolare per rendere la moto più corta e compatta.

Nel 2010 il motore viene ulteriormente aggiornato e la frizione assistita anti-saltellamento fa la sua prima apparizione. Ormai comune su molte motociclette da strada Kawasaki, questo dispositivo intelligente non solo impedisce il saltellamento della ruota posteriore nelle scalate di marcia, ma, grazie alla sua nuova disposizione delle molle, è molto più facile da usare e richiede meno forza rispetto a una frizione convenzionale.

Nel 2013, la ZX-6R è stata sottoposta a una profonda rivisitazione che la rende effettivamente una moto nuova di zecca. La cilindrata ancora una volta è di 636 cc e con due mappe motore disponibili tramite il pulsante sul manubrio. I progressi tecnici del motore - e la capacità di 636 cc - han fatto sì che la nuova versione godesse di una coppia e una potenza maggiore soprattutto a regimi inferiori. Per quanto riguarda gli aiuti al pilota furono introdotti, il Kawasaki TRaction Control (KTRC) con tre modalità (sport, rider e rain) e come equipaggiamento di serie il Kawasaki Intelligent Anti-Lock Brake System (KIBS).

Questo ci porta passo passo con l'ultimo significativo aggiornamento del 2019 costituito da nuovi ingranaggi, modifiche per soddisfare i requisiti Euro4, adozione del Quick Shifter  KQS, nuova carenatura, nuovi fari a LED e dashboard aggiornato. Nel 2020 invece un ultimo cambio di colorazione.

La ZX-6R saluta con affetto i suoi appassionati  in quanto non è presente nella gamma Kawasaki 2021 in Europa.
Per 25 anni la Ninja ZX-6R ha dominato la Supersport cavalcando la cresta dell’onda per molti anni, sopratutto quando le supersportive 600cc spopolavano.

Dopo un intero quarto di secolo, Ninja ZX-6R ha ottenuto una bacheca piena di trofei grazie alle numerose vittorie in gara e campionati ottenute in pista, oltre a una legione di appassionati devoti alla guida della Ninja su strada e nei circuiti.

Sempre all'avanguardia e sempre pronta a offrire le corse più emozionanti e coinvolgenti, Ninja ZX-6R può essere giustamente riconosciuta come cruciale per lo sviluppo e il successo della classe Supersport.
Qualunque sia il futuro, Ninja ZX-6R sarà sempre considerata una moto davvero iconica.

In parole povere:
Mondiali piloti vinti da Ninja ZX-6R:
Andrew Pitt – 2001
Kenan Sofuoğlu - 2012, 2015, 2016
 
Mondiali costruttori vinti nella Supersport –  2013, 2015, 2016